Recensione: 'Tigre accovacciata, drago nascosto: Sword of Destiny', un sequel pieno di combattimenti

Michelle Yeoh in Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny.

Quando Crouching Tiger, Hidden Dragon è uscito nel 2000, ha portato sorprese: che Ang Lee, un regista noto per gli adattamenti letterari di alto livello, potesse realizzare un film di arti marziali così vibrante ed emozionante, e che un film in lingua cinese potesse essere un successo al botteghino americano.

L'unica sorpresa di Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny, il sequel assolutamente poco emozionante che è diventato disponibile su Netflix venerdì, è che qualcuno pensava che fosse necessario realizzarlo. Diretto da Yuen Wo Ping, il famoso coreografo d'azione che ha lavorato all'originale Crouching Tiger, è una serie di combattimenti alla ricerca di una storia.

Il terzo film originale di Netflix (dopo Beasts of No Nation e The Ridiculous 6), Sword of Destiny riprende quel poco di trama che ha dal film precedente. Ancora una volta la spada invincibile conosciuta come Destino Verde deve essere protetta dai ladri. Ancora una volta il guerriero Shu Lien (Michelle Yeoh) arriva a casa del suo amico Sir Te, questa volta per il suo funerale, e viene raggiunto lì da una vecchia fiamma. Ancora una volta una giovane donna addestrata da una combattente letale ha una storia con un bandito sexy.

La graziosa e furba Ms. Yeoh è l'unica star a tornare dall'originale. Gli altri ruoli centrali sono stati ricoperti da interpreti meno carismatici dei loro predecessori: Natasha Liu Bordizzo sostituisce Zhang Ziyi nei panni della giovane donna, Harry Shum Jr. sostituisce Chang Chen nei panni del bandito e la stolida star d'azione Donnie Yen subentra al magnetico Chow Yun-Fat come amante platonico di Shu Lien.

Girato in Nuova Zelanda da una troupe prevalentemente occidentale, con un certo numero di attori asiatico-americani e australiani, Sword of Destiny ha un'atmosfera ibrida. È una produzione in lingua inglese e la varietà di accenti unita al dialogo ampolloso di John Fusco richiama alla mente un vecchio melodramma hollywoodiano ambientato in terre esotiche.

Lo stile di regia di Mr. Yuen e la mediocre computer grafica conferiscono al film l'atmosfera pittoresca e da libro di fiabe di una produzione di uno studio cinese. Anche le sue sequenze di combattimento, sebbene veloci e intricate, sembrano superficiali. Mentre il film scandisce i combattimenti verso la grande resa dei conti, non c'è un momento che possieda l'incanto o l'emozione con cui Mr. Lee ha infuso Crouching Tiger. Non viene tenuto nascosto, dice Shu Lien, spiando il Destino Verde negli alloggi di Sir Te. Si scopre che avrebbe dovuto essere.

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